Proteomica per i beni culturali

Le proteine antiche sono state oggetto nell’ultima quindicina di anni di numerosi progetti di paleoproteomica mirati ad approfondirne la conoscenza, ma anche a fornire strumenti molecolari di ausilio nella definizione di interventi di restauro sempre più consapevoli. Mentre in una prima fase la domanda centrale era se fosse possibile identificare le proteine in matrici così invecchiate, degradate e complesse come quelle dei manufatti artistici e dei reperti archeologici, la sfida principale oggi è la definizione delle modifiche chimiche e del profilo di degradazione, anche in relazione alle interazioni con gli altri componenti presenti (organici e inorganici). D’altro canto, lo sviluppo metodologico è sicuramente concentrato ad affrontare la pressante richiesta di analisi sempre meno invasive e più risolutive. Saranno presentate, all’interno di questo modulo del corso, le basi teoriche e pratiche del campionamento e dell’analisi proteomica (via MS o MSMS) con riferimento a specifici casi di studio.

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Leila Birolo

Leila Birolo è Professoressa Associata in Biochimica presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. La sua attività scientifica è focalizzata sull’applicazione della proteomica allo studio dei beni culturali e all’analisi di componenti organici in manufatti di interesse archeologico e artistico. Ha esplorato diversi aspetti della chimica delle proteine fino allo studio delle proteine antiche nei beni culturali, dedicandosi allo sviluppo di strumenti per l’identificazione micro-invasiva di proteine e per la ricerca di biomarker di invecchiamento nelle proteine antiche. Ha pubblicato numerosi articoli sulla proteomica applicata ai beni culturali, presentando gli esiti delle sue ricerche a convegni nazionali ed internazionali.

Requisiti

Dotazione tecnica
  • Computer o tablet
  • Connessione internet a banda larga
  • Speaker o auricolari
  • Microfono e webcam